Lettera alla Stampa su un’intervista a Buscaroli

8 Febbraio 2010 § 7 commenti § permalink

Gentili Signori,

Leggo e rileggo con grande stupore la pagina dedicata a Piero Buscaroli su Tuttolibri. L’immagine che vi si dà sia dello scrittore e critico musicale, sia soprattutto dell’uomo pubblico – anche attraverso domande solo apparentemente provocatorie – è quantomeno fuorviante. La sua affermazione di aver passato la vita “dalla parte dei vinti” è inoltre incongrua con il semplice dato di fatto, oggi spesso occultato, che quelli che nell’articolo sono definiti vinti da molti anni sono tornati vincitori. E non parliamo certo dei “vinti” di Nuto Revelli.

Nell’articolo si omette, sicuramente per caso, di ricordare che Piero Buscaroli fu candidato alle elezioni europee del 1994 per Alleanza Nazionale, partito non da ieri al governo. Che ha diretto una collana di libri per Mondadori, e che dallo stesso editore sono pubblicati alcuni dei suoi saggi – non esattamente l’editore dei vinti, come si sa. Forse una parola potrebbe essere il caso di dirla, inoltre, su questi saggi, in un inserto dedicato all’editoria. Ma non importa; sarebbe chiedere troppo. Tralasciamo anche sull’assurda ricostruzione del famoso schiaffo a Toscanini, che addirittura sarebbe da attribuire a un “ragioniere” antifascista.

È invece l’immagine complessiva di colto e malmostoso Céline, un “perdente” controcorrente e coraggioso, che dall’intervista potrebbe derivare ad essere semplicemente assurda. Buscaroli afferma di non avere letto nulla di ciò che, sulle rovine e sul sangue, ci ha aiutato a ricostruire una coscienza civile europea accettabile “per non inquinare” le sue idee e la sua lingua; che è stato deluso non solo dal fascismo – sembrerebbe per non avere combattuto la guerra al fianco dei nazisti con sufficiente convinzione – ma anche da Hitler per non avere avuto il coraggio di invadere l’Inghilterra. E le sue idee “non inquinate”, poi, quali sono? È forse un’idea non inquinata sostenere che Hitler non sapesse dell’olocausto? O è un atroce, esibito sberleffo a milioni di vittime innocenti? È normale che si lasci passare tutto questo? Può pensare un giornale come La Stampa che si tratti delle idee eccentriche di un dandy di destra?

Di certo l’intervistatore poteva aspettarselo, visto che il Buscaroli è famoso per la “purezza” delle sue idee. Tutti si ricorderanno la risposta che diede a Maria Latella, quindici anni fa, sul Corriere della Sera, parlando di parole belle e parole brutte: “Sconsiglierei inoltre il termine gay. La destra dovrebbe chiamarli correttamente froci o checche. Andrebbero spediti in campo di concentramento”. Quanta sensibilità estetica, quale purezza in questi pensieri.

Buscaroli non è Céline, mi dispiace per l’intervistatore. Non è neppure Praz, nonostante lo sdilinquimento crepuscolare per le “due sedie Biedermeier, accanto al pianoforte Erard del 1856” che salta fuori nella tristissima coda dell’articolo. E tanto meno è Leo Longanesi. Assisto ogni settimana alla parsimonia con cui libri importanti vengono trattati fra le colonne di Tuttolibri, fra i pochissimi inserti letterari rimasti sulla stampa italiana. Onestamente non mi aspettavo tanta generosità nei confronti di queste vergognose elucubrazioni.

Cordialmente,

Sergio Bestente

Qui è possibile scaricare l’intervista di Bruno Quaranta a Piero Buscaroli, pubblicata sull’inserto letterario della Stampa ‘Tuttolibri’ il 6 febbraio 2010.

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